Editoriale|

La suggestione di una canzone che ti porti dentro fin da giovanissimo, quelle note e quelle frasi che ammantano di speranza la costruzione del futuro e ti regalano la forza per disegnarlo e realizzarlo. Sulla condivisione di quelle idee, di un percorso personale che nel tempo è uscito dall’alveo della idealizzazione per farsi via via impegno politico, azione istituzionale, concretezza, nasce il progetto di descrivere e diffondere una certa idea di Europa.

Che ha le sue fondamenta in quella idea di nazione che l’Italia ci ha insegnato a coltivare con tenacia e coerenza e che e’ fatta di persone e non di burocrati, di opportunità universali e accessibili, di identità e valori condivisi, senza che tutto debba essere ricondotto soltanto alle categorie della finanza e della rigorosa politica dei conti.

“Strade d’Europa” è tutto questo e molto ancora, è uno spazio di condivisione delle attività promosse dall’Unione Europea e dirette ai cittadini, a tutti i cittadini, con l’ambizione di poter entrare insieme nel cuore delle istituzioni europee, conoscerne i meccanismi e ancora insieme contribuire a cambiare e costruire l’Europa che vogliamo e che, da italiani, abbiamo sognato.

E’ l’aspirazione a trasformare il mio impegno politico anche in una forza culturale che abbia come presupposto il rispetto e la valorizzazione delle radici cristiane, identitarie, solidali, di uno spazio che prima di appartenere a una categoria geopolitica è una realtà storica fatta di comuni valori. Senza rinunciare, per questo, a idee e progetti di sviluppo che tengano conto di nuove realtà sociali, dalla innovazione tecnologica alle sfide legate alla salvaguardia dell’ambiente.

E per tutti anche la possibilità di conoscere e cogliere in tempo utile le opportunità offerte dal vasto ed intricato panorama dei finanziamenti erogati dall’Unione Europea.

La emozionante coincidenza di poter avviare questo percorso nei giorni in cui campeggia la ricorrenza, carica di suggestioni, dei trenta anni esatti dalla caduta del “muro”, quello per antonomasia che ha saputo trasformare Berlino in vergogna, prima, e poi in riscatto, fino ad essere abbattuto sotto i colpi della speranza e di un vento di libertà troppo a lungo represso, carica questo cammino di nuove emozioni e di profondo entusiasmo.

Zaino in spalla, allora, per continuare a coltivare quella idea di Europa che mi ha fatto innamorare, quasi un foglio bianco su cui tracciare rotte di libertà, una Europa che torni ad avere come stella polare il rispetto e la valorizzazione dei popoli sovrani, fieri, liberi.

Comments are closed.

Close Search Window